Parola di studente
📒L’incontro con Marcello Boccardo: “Un peccato aver fatto solo due ore!” Parola di studente
“Hai mai ipnotizzato una gallina?” Questo è uno degli incipit più celebri del podcast di Marcello Boccardo, consulente strategico, coach di comunicazione e formatore in competenze trasversali. Gli studenti delle attuali 2DU e 4AE lo scorso anno avrebbero riconosciuto la voce di Marcello tra mille, perché la loro insegnante li aveva spesso sottoposti all’ascolto dei suoi interessanti interventi. Ma mai si sarebbero immaginati di conoscerlo di persona.
Questo, invece, è accaduto quest’anno, con loro grande stupore. La riconoscenza per l’intervento del formatore, che si è intrattenuto per quattro ore con le due classi dell’Istituto Marco Belli martedì 3 dicembre 2024, è stata immediata e concreta. Molte le parole di stima nei suoi confronti: da Aurora C., che ne sottolinea la “versatilità e la preparazione su ogni argomento affrontato, anche non precedentemente preparato”, a Rebecca, che definisce l’incontro come “un momento di grande valore e ricco di spunti”, a Noemi, che apprezza di Boccardo “la capacità di coinvolgere chi lo ascolta in modo significativo”.
Interessante e sincera la testimonianza di Alessandro, da cui possiamo apprendere un po’ tutti: “il giorno dell’incontro con Marcello Boccardo non ero per nulla invogliato a farlo, reduce anche dall’ascolto del podcast per la verifica di pochi giorni prima che mi aveva fatto addormentare dopo due minuti. Tuttavia, una volta conosciuto, Boccardo mi ha incuriosito e stimolato molto. L’incontro è stato curioso e divertente e, a differenza degli altri giorni, il tempo sembrava volare: un peccato aver fatto solo due ore!” Madalina ricorda l’imbarazzo iniziale, misto a curiosità; anche per lei, comunque, come per Alessandro, il tempo sembra essere volato: “un fattore che ha sicuramente aiutato a far sembrare le due ore passate nella biblioteca scolastica molto più brevi è il fatto che questo incontro sia stato tutto il contrario di una solita lezione passiva e lo si poteva notare dalla quantità di interazioni e conversazioni che Boccardo ha cercato di avere con ciascuno di noi, tentando di includerci tutti quanti, ma anche dal suo atteggiamento: una persona può comunicare molte cose con il semplice linguaggio del corpo e con il suo sedersi in modo ‘comodo’, cambiando spesso posizione e mettendosi anche a volte in modo scomposto sulla sedia; tutto ciò ha sicuramente aiutato a vedere questo incontro come un qualcosa di leggero, e non serio e scolastico.” A conferma di questo, Emily P. dichiara di aver capito varie cose, da questo incontro, tra cui “l’importanza di saper parlare e sfruttare anche la comunicazione para verbale e non verbale, che spesso vengono ignorate, oltre a quella verbale che può cambiare significato per l’interlocutore a seconda di come si usano le prime due.”
Insomma, un cerchio con le sedie in biblioteca, un esperto in comunicazione, tanta curiosità e disponibilità e la lezione è fatta. Anzi, di lezione, come ci insegnano i ragazzi, non si dovrebbe proprio parlare. Meglio definirlo un dialogo, uno scambio, un momento di crescita per tutti. “Ho apprezzato come Boccardo ci abbia gratificati per ciò che dicevamo, non facendoci mai sentire in difetto. Anzi, alle domande che poneva lui stesso non rispondeva, perché il suo scopo quel giorno non era insegnarci qualcosa, bensì guidarci a trovare delle risposte da soli, senza avere la strada già pronta e spianata”, ricorda Aurora B.. Giovanni, dal canto suo, non ha peli sulla lingua: “questo incontro mi è piaciuto soprattutto perché Marcello è riuscito a coinvolgere tutta la classe e non ha parlato da solo per tutte e due le ore come la maggior parte delle persone che vengono a fare le attività.”
Certo, c’erano anche studenti giustamente prevenuti nei confronti di una figura di cui è difficile spiegare il mestiere: Emily B. temeva si rivelasse “tutto fumo e niente arrosto”, ma ben presto si è accorta (parole sue) di “quanto efficiente fosse la preparazione di questa persona, dovuta probabilmente al suo percorso di studio e all’esperienza accumulata nel tempo”. In effetti, il curriculum di Boccardo è molto lungo: come dichiara nel suo sito (marcelloboccardo.com) lavora da più di vent’anni in supporto di aziende e professionisti, coinvolto nell’ideazione, la progettazione e la realizzazione di diversi Master Manageriali al fine di sviluppare le competenze trasversali. Tra le varie cose, ha ideato un metodo formativo, UpToYou®, che viene utilizzato con successo anche da altri trainer da lui formati. È anche uno dei 50 docenti internazionali (Master) dell’Academy Points of You, che raggruppa una comunità di qualche milione di follower.
Laureato in filosofia, ama il tennis e non lo nasconde. Edoardo ricorda però che “inizialmente il signor Boccardo non si è presentato più di tanto e non ha accentrato l’attenzione su di sé. Non ha parlato molto di cosa si occupi e di come svolga il suo lavoro nel dettaglio”. Infatti, la prima cosa che ha chiesto agli studenti è quale fosse la loro passione: la moto, il pattinaggio, la boxe, il cinema, la pallavolo, il calcio, la ginnastica artistica, la musica… Anche agli insegnanti presenti all’incontro si è aperto uno spaccato su una gioventù ricca e intraprendente. Proprio dalle loro passioni Marcello è partito per discutere con i ragazzi di due importanti temi: la motivazione e gli obiettivi.
“Per approfondire questi temi - racconta Giada - abbiamo estratto due o tre bigliettini per ciascun argomento.” I bigliettini, per chiarezza, erano stati scritti anonimamente in precedenza e nascosti dentro un astuccio mai aperto fino a quel momento. “È stata una bella idea - continua - perché mi ha permesso di ascoltare gli obiettivi e le motivazioni delle persone con cui condivido le giornate.” Antonio, ma non solo lui, è stato colpito dall’immagine proposta dal formatore: “un esempio che ci ha fatto Marcello Boccardo riguarda un albero dove le motivazioni estrinseche sono ciò che vediamo (il tronco, le foglie, i frutti), mentre quelle intrinseche sono ciò che è nascosto agli altri e che dà nutrimento per raggiungere i propri obiettivi (le radici).”
Ma non si è parlato solo di questo, perché Marcello ha chiesto ai ragazzi di suggerirgli nuovi argomenti per i suoi prossimi podcast. Giada afferma con giusto orgoglio di aver proposto un argomento che ha fatto molto riflettere tutti: la paura di diventare grandi. Amanda ricorda a questo proposito come Boccardo abbia proposto una domanda apparentemente semplice che però l’ha destabilizzata, per il fatto che non ci aveva mai effettivamente pensato: “a che età si diventa grandi?”.
Questo è Marcello: un uomo capace di comunicare, di accendere, di ascoltare. La maieutica socratica è sicuramente una modalità fortemente apprezzata da questo coach e probabilmente anche per questo ha riscosso tanto successo tra ragazzi non più capaci di un apprendimento passivo, ma desiderosi di esplorare, di tentare e di sbagliare, per scoprire i propri talenti. Anche i più timidi si sono lasciati coinvolgere, apprezzando, come Leonardo, gli “enigmi” nei cui tranelli sono caduti, malgrado Boccardo continuasse a dir loro che li “stava manipolando con le sue parole”: lo stupore di chi è finito nella trappola comunicativa è stato grande perché, come afferma Leonardo, “effettivamente sarebbe bastato usare la logica per risolverli”.
L’ultimo tema di cui si è trattato, ma solo per accenni, è stato la difficoltà di farsi capire: Arianna ricorda degli utili consigli, a questo proposito, come “adattare il proprio linguaggio e la propria tonalità di voce alle diverse situazioni, e utilizzare esempi che siano vicini alle esperienze e passioni dell’interlocutore”. Shadi non nasconde i propri sentimenti: “una delle cose che mi ha colpito di più, e che sotto sotto gli invidio, è la capacità di comunicare, di essere coinvolgente e di riuscire a rendere un discorso che per alcuni può essere noioso, come la paura di crescere, interessante.” Rimpiange pertanto il fatto di non aver avuto almeno un’ora in più, visto che lui, come altri, ha trovato limitato il tempo dedicato a tanti argomenti così diversi e stimolanti, che meritavano un lavoro più approfondito. Ginevra, infatti, definisce la versatilità del formatore un pregio, ma anche un difetto, visto che si è parlato di troppi argomenti per il tempo a disposizione.
Potremmo perciò prendere queste ultime riflessioni come un nuovo invito a Marcello Boccardo, che forse, ancora così tanto generosamente, vorrà guidare da Milano a Portogruaro per fermarsi nella nostra scuola ed essere nuovamente una preziosa risorsa per tutti noi. Personalmente voglio esprimere un’enorme gratitudine nei suoi confronti e nei confronti dei miei studenti, che si son dimostrati maturi e consapevoli dell’occasione che era stata fornita loro. Concludo perciò questo pezzo con una frase di cui non citerò l’autore, ma che mi ha riempita di gioia: “l’incontro con Marcello, anche se per solo due ore, mi ha reso nuovamente felice (solo per quel giorno) di essere a scuola, e ringrazio lei prof per averlo chiamato e lui per la splendida lezione.”
Prof.ssa S.P.
Anno scolastico 2024-2025